martedì 14 febbraio 2012

La risposta di Altura all'eolico di Geo & Geo

Al Centro di Produzione RAI di Saxa Rubra
Largo Willy De Luca, 33
00188 Roma



All’attenzione del Dott. Antonio Di Bella (Direzione di Rai 3)

All’attenzione della Sig.ra Sveva Sagramola (trasmissione Geo & Geo)


Il 26 gennaio, nel corso della puntata di Geo&Geo, abbiamo costatato con stupore come si sia parlato di eolico in modo molto superficiale e tutt’altro che oggettivo. Vi siete limitati a intervistare il Sig. Togni, presidente dell’ANEV (Associazione Italiana Energia Eolica) il quale, ovviamente, si è prodigato per far passare un messaggio fuorviante e di parte, per nulla consono a una trasmissione che per definizione dovrebbe essere schierata dalla parte della natura.
L’aver liquidato l’impatto sull’ambiente naturale ai soli uccelli migratori è un fatto sconcertante e grave per una trasmissione come Geo & Geo. Se anche ci si limitasse a considerare l’impatto delle centrali eoliche sull’avifauna, già ci troveremmo di fronte ad un problema enorme in quanto non soltanto gli uccelli migratori rischiano la vita nel transitare in luoghi con presenza di eolico ma ancora più rischiosa è la vita giornaliera di uccelli stanziali quali per esempio i grandi rapaci veleggiatori come aquile, avvoltoi e nibbi che trovano in queste grandi e invasive infrastrutture, con ipocrisia denominate ‘parchi’ (parchi sono quelli del Gran Paradiso o dei Monti Sibillini), un costante e grave pericolo per la loro sopravvivenza, come testimoniano i ritrovamenti di carcasse di uccelli alla base di torri eoliche (vedi foto allegate) nonché numerosi studi scientifici effettuati in diverse parti del mondo.
Che dire poi dell’impatto sull’ambiente naturale soprattutto in presenza di crinali montani, con colline e montagne trasformate in basamenti industriali atti a ospitare giganteschi aerogeneratori alti anche quasi duecento metri (più della cupola di S. Pietro), ai piedi dei quali si costruisce un invasivo reticolo di strade con lo scopo di dare accesso a pesanti tir per il trasporto delle torri.
In questo luogo le aquile e altri rapaci, e non si tratta di migratori, continuano a cacciare come prima dell’insediamento eolico, prevalendo in esse l’istinto predatorio, con forte aggravio della loro mortalità. Oggi diverse specie di uccelli, non migratori, sono minacciate di estinzione su vasti territori per causa della presenza di grandi centrali eoliche. Naturalmente l’impatto sugli uccelli migratori è anch’esso un problema molto serio, anche perché non è per niente vero che le centrali eoliche non sono realizzate lungo le rotte migratorie.
ALTURA non disconosce l’importanza delle fonti di energia rinnovabile, tuttavia l’assenza di emissioni in atmosfera non significa assenza d’impatto ambientale.
Inoltre la nostra associazione, insieme con altre più conosciute quali Italia Nostra, Club Alpino Italiano, Mountain Wilderness, LIPU, Associazione Italiana per la Wilderness, Amici della Terra e sezioni locali del WWF, si batte da anni contro quello che abbiamo definito “l’eolico selvaggio”, ovverossia l’insediamento di tali centrali in luoghi non idonei e con alta valenza naturalistica, nonché paesaggistica.
In conclusione chiediamo che in futuro l’informazione su tali problematiche avvenga in modo completo e oggettivo e non sbrigativo, superficiale e fuorviante, evidenziando correttamente tutti i fattori in gioco, positivi e negativi.
Distinti saluti,

Roma, 13 febbraio 2012

Il Segretario di ALTURA
Fabio Borlenghi